Il Carnevale Astanese
Secondo i racconti dei nonni, il carnevale di Astano era molto
sentito, anche perché ai quei tempi gli svaghi erano pocchi. Non si
rinunciavano alle tradizionali pazzie, ai balli mascherati, al giro
delle musiche, alla questua dei salami e alla solita scorpacciata ed
alle veglie prolungate.
Il sabato grasso era ed è tuttora riservato al giro
del paese in maschera – un tempo con cavallo e carro, dopo con il
trattore e poi con il pulmino – per la raccolta delle offerte.
La domenica invece, grande tombola e poi la distribuzione gratuita
di risotto e luganighe. Al martedi (martedi grasso)
c’èra il ballo mascherato con premiazione. Ai vecchi tempi,
esistevano due osterie (la Capra e l’Elvezia) e i vari gruppi
facevano a gara, preparando in gran secreto le migliori mascherate.
Poi, rimase solo l’Elvezia, che divenne per molti anni un punto di
ritrovo rinomato per la buona presentazione delle mascherate con
temi d’attualità e divertenti sketch, specialmente ai tempi di Dante
(Demin), Paolin (Ponci), Florido (De-Marchi), Nino (Meni): Quante
belle risate! Erano proprio delle “sagome”, capaci di presentare in
una serata fino a 4 mascherate. Quanto lavoro, magari anche di alcun
mesi, per attuare un’idea e presentarla nel modo migliore; ma si
faceva volentieri vedendo che poi veniva apprezzata dal pubblico.
Purtroppo, dal 2000 il ballo mascherato del martedi grasso è stato
soppresso perché troppo oneroso.
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